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Benvenuti nelle pagine web sull'obiezione di coscienza alla guerra ed al mondo militare
Argomenti, contributi e strumenti per una costruttiva opposizione alla logica delle armi e degli eserciti
a cura del Coordinamento romano Obiettori di Coscienza - sede federata Associazione Obiettori Nonviolenti
"Vi parlo della peggior specie delle creazioni: quella delle masse armate, del regime militare, che io odio. Provo un profondo disprezzo per colui che può, con piacere, marciare in ranghi dietro una musica: ha ricevuto il cervello per errore; un midollo spinale gli sarebbe stato più che sufficiente. Bisognerebbe far scomparire il più rapidamente possibile questa vergogna della civiltà."
Albert Einstein
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PARATA MILITARE? NO GRAZIE!
2 GIUGNO 2012: FESTA DELLA REPUBBLICA, NON DELLE FORZE ARMATE
Leggi l'appello del mondo pacifista e della società civile affinché l'ennesima anacronistica parata militare del 2 giugno venga annullata, destinando i fondi così risparmiati al mondo del lavoro ed agli aiuti per le numerose popolazioni recentemente colpite da sismi ed alluvioni, e lasciando spazio ad una celebrazione della Festa della Repubblica degna di questo nome, volta cioè non ad esibire lo strumento militare e ad ostentare armi, stellette e divise, ma piuttosto a mostrare l'impegno di chi si adopera per alimentare la crescita sociale, culturale e scientifica della nazione, a ringraziare chi lavora per lo sviluppo intellettivo e l'educazione dei giovani, ad esaltare chi spende la propria vita per i diritti umani, la giustizia sociale e la solidarietà.
Roma, 2 giugno 2004
Questo sito, voce online dell'Associazione Obiettori Nonviolenti, ha annualmente rilanciato tutte le iniziative e le campagne contro la parata militare del 2 giugno fin dal 2000, quando l'allora Capo dello Stato Azeglio Ciampi prese la sciagurata decisione di ripristinare, dopo quasi un ventennio di interruzione, l'aberrante consuetudine di celebrare l'anniversario della proclamazione della nostra Repubblica con una sfilata di mezzi militari, armi e uomini in divisa, tramutando così la Festa di una Repubblica democratica fondata sul lavoro con una giornata all'insegna dell'esaltazione delle Forze Armate. Restano online a vostra disposizione tutte le pagine con le foto e i racconti delle iniziative organizzate dalla Associazione Obiettori Nonviolenti, insieme ad altre realtà del mondo pacifista e della società civile, nel corso degli anni, per esprimere il proprio dissenso verso questa vergognosa scelta, che appare oggi ancor più grave ed inaccettabile, dopo aver vissuto gli anni in cui la presenza militare in Afghanistan e in Iraq ha mostrato, in tutta la sua inaudita ferocia, il proprio volto di morte, tortura e distruzione, oltre che la sua ineluttabilità nel rafforzare il terrorismo e gli estremismi e nell'allontanare la possibilità della Pace.
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IL CARO ARMATO
Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane
di Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca
(Altreconomia Edizioni, 2009, pp. 132, € 12,00)
Questo libro (vedi la scheda in pdf) presenta una approfondita ricognizione del mondo militare italiano, per capire come vengono spesi ogni anno gli oltre 23 miliardi di euro dei contribuenti, che fanno attestare l’Italia all’ottavo posto nel mondo per spese militari. La materia, per sua natura non facile da leggere, è trattata dagli autori in maniera comprensibile anche ai non addetti ai lavori, evidenziando le contraddizioni delle nostre Forze Armate (un singolare mondo in cui il numero dei comandanti supera quelli dei comandati) e facendoci scoprire gli equivoci rapporti fra l'industria bellica e le stesse Forze Armate, che rendono il mercato delle armi tutt'altro che limpido. Il tutto con il nostro Governo che, in piena crisi economica, continua ad acquistare "sistemi d'arma" sempre più costosi, e ad impiegare i militari in una serie di scenari che pongono dubbi etici e politici non indifferenti (dalle missioni internazionali cosiddette "di Pace" alle operazioni di facciata sulla "sicurezza" in città), senza contare gli scandali veri e propri, tra sprechi ed inefficienze clamorose e devastanti vicende come quelle dell'uranio impoverito.
E’ possibile trovare il libro nelle migliori librerie e nelle Botteghe del Commercio Equo e Solidale, o si può acquistare direttamente sul sito dell'editore
Altreconomia.
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Il Governo italiano sta procedendo alla produzione di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighters F35 (un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari) che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa di quasi 16 miliardi di euro. Si tratta di una decisione irresponsabile, sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programma sovradimensionato nei costi in un momento di grave crisi economica, in cui non si riescono a trovare fondi per gli ammortizzatori sociali e per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università, alle politiche sociali. Aderisci alla campagna di pressione lanciata da Sbilanciamoci! e dalla Rete Italiana per il Disarmo affinché il Governo italiano rinunci a tale spropositato programma di acquisto ed utilizzi in maniera migliore per la popolazione questi 16 miliardi di euro.
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IL DIALOGO DELLA SPERANZA, LA SPERANZA DEL DIALOGO Un liceo romano difronte al conflitto israelo-palestinese
"Il dialogo della speranza, la speranza del dialogo" è il titolo di un progetto di educazione alla Pace, attuato nell'anno scolastico 2002/03 presso il Liceo Ginnasio Statale "Augusto" di Roma con il patrocinio dall'Ufficio per la Pace a Gerusalemme del Comune di Roma, condotto con 200 studenti che hanno studiato la storia del conflitto israelo-palestinese, attivato un forum telematico con 150 coetanei sparsi in Israele e Territori Occupati ed infine ospitato a Roma nelle loro case, per una settimana, 23 ragazzi israeliani e palestinesi-israeliani, scoprendo e cementando con loro un'amicizia al di là di qualsiasi steccato o barriera ideologica: un'esperienza che li ha toccati profondamente e da cui emerge fortissima la voglia di vivere in un mondo senza più guerre e spargimenti di sangue, un esempio concreto di "diplomazia dal basso" che dimostra, ancora una volta, che la Pace è possibile. Il tutto è stato poi raccontato in un cd-rom e in un libro, che forniscono materiale di riflessione per tutte le persone sensibili al dramma del conflitto tra israeliani e palestinesi e che vogliano abbattere pericolosi stereotipi antisemiti e islamofobici.
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UNA PROPOSTA PER L'ADDIO ALLE ARMI: LA CAMPAGNA "CONTROL ARMS"
Decine di sanguinosi conflitti in tutto il pianeta vengono sostenuti e alimentati dal traffico incontrollato dei prodotti dell'industria militare: 700 milioni di armi convenzionali in circolazione nel mondo, altre 8 milioni prodotte ogni anno, tramite le quali vengono uccise 500.000 persone l'anno (praticamente una ogni minuto che passa) e che 300.000 bambini soldato sono costrette ad imbracciare. Un business assassino da 28 miliardi di dollari all'anno, che vede vergognosamente l'Italia in prima fila, come quarto produttore e secondo esportatore mondiale di armi leggere, una parte significativa delle quali finiscono tra l'altro a Paesi che non forniscono garanzie di rispetto dei diritti umani, e affrontano aspri conflitti interni. Per provare a disinnescare le drammatiche conseguenze di questo traffico incontrollato di strumenti di morte, è partita la campagna internazionale ControlArms, sostenuta da centinaia di associazioni ed organizzazioni, per chiedere l'adozione in sede Onu di un trattato mondiale che regolamenti il commercio di armamenti, introducendo una serie di vincoli e rafforzando gli standard di trasparenza. Molte le iniziative lanciate a sostegno di questa campagna, tra cui una foto-petizione che punta a raccogliere un milione di adesioni (corredate dall'immagine del proprio volto) entro il 2006. Clicca qui per una selezione di articoli ed agenzie uscite sul lancio della Campagna "ControllArmi" in Italia, e per seguire i links su cui approfondire l'argomento.
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Roma, 12.04.2003 (foto Riccardo De Luca)
IN EVIDENZA:
NO WAR: pagine di mobilitazione permanente contro la guerra, senza "se" e senza "ma".
STOP ALLE SPESE MILITARI: dall'obiezione fiscale alla campagna per una Finanziaria sociale, tutte le iniziative contro gli investimenti militari della spesa pubblica.
COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: le botteghe in cui fare i vostri acquisti in modo etico ed alternativo a quello che vorrebbero la pubblicità e la società dei consumi!
BOICOTTAGGIO E CONSUMO CRITICO: per fare la spesa e utilizzare le risorse del pianeta... usando la testa!
NO ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO: la società civile in mobilitazione permanente per denunciare quanto sia inaccettabile celebrare la festa della Repubblica con una sfilata militare, e per denunciare quanto una retorica esibizione di armi e uomini in divisa sia quanto mai fuori luogo proprio ora, nel pieno della drammatica spirale di sangue in cui la folle "guerra preventiva" di Bush ha trascinato il pianeta.
PER RICORDARE RACHEL CORRIE: la storia della pacifista americana, uccisa dai bulldozer dell'esercito isrealiano mentre si opponeva con il proprio corpo alla distruzione delle case palestinesi. Le sue foto e le ultime lettere che ha inviato dalla Palestina alla famiglia e agli amici.
VERITA' E GIUSTIZIA PER CARLO GIULIANI: contro le menzogne di Stato e contro la vergognosa archiviazione del caso, la ricostruzione di una spietata esecuzione spacciata per legittima difesa.
SUWAN ABBAS, UN GOAL PER DUE POPOLI: l'unico giocatore arabo della nazionale israeliana segna il goal decisivo all'ultimo minuto: da oggetto di insulti e cori razzisti ad eroe nazionale, acclamato come simbolo di una coestistenza possibile. Il calcio che arriva dove la politica si ferma, un goal che racchiude il sogno dell’integrazione e della pacifica convivenza tra i due popoli.
"IO NON SONO UN CONQUISTATORE": lettera dal carcere di Uri Yacobi, obiettore di coscienza ebreo.
OBIETTIAMO ALL'OCCUPAZIONE DEI TERRITORI: il messaggio di Anat Matar, madre di un obiettore di coscienza israeliano.
CANZONI CONTRO LA GUERRA: una sterminata rassegna di canti pacifisti ed antimilitaristi raccolti e tradotti in tutte le lingue.
LA DOLCE UTOPIA DELLO ZOKKOLETTE FOOTBALL CLUB: la fama della squadretta di obiettori di coscienza che gioca contro violenza e razzismo è arrivata anche sulla stampa nazionale!
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"Roma-Juventus 1-1"
Libro-intervista a Damiano Tommasi
C. Grassini, V. La Monica, R. Marinaro, F. Thiery
(Icone Edizioni, 2008, pp. 160, € 10,00)
Questo libro-intervista all'indimenticabile numero 17 della Roma prende spunto da una storia particolare, e com’è facile immaginare – dato lo spessore umano del personaggio intervistato - non parla solo di calcio, spaziando su svariate problematiche sociali e culturali, a partire dalla scelta di obiezione di coscienza al servizio militare e dal rifiuto della guerra. Il libro nasce dall'incrocio involontario tra la storia di Damiano e quella di Valter, un ragazzo non vedente prematuramente scomparso che amava frequentare gli spalti dell'Olimpico insieme ai suoi amici quando si giocava Roma-Juventus, ed è stato realizzato a titolo gratuito per finanziare le attività dell'associazione a lui intitolata. Ne è uscita fuori una lunga chiacchierata con Damiano molto piacevole da leggere, sia per tutti coloro che lo hanno visto giocare e vincere lo scudetto con la maglia giallorossa, sia per chiunque abbia a cuore un certo modo di vivere il calcio, lo sport, ed in generale il proprio ruolo nella società civile e nei rapporti con gli altri. Cliccate qui per saperne di più e per i riferimenti su dove acquistarlo.
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Chi ha portato Edmondo?
Un libro per bambini con un fine speciale
scritto ed illustrato da Francesca Irene Thiery
(10 euro)
"Chi ha portato Edmondo?" è un libro di filastrocche illustrate, realizzato da un gruppo di persone a titolo completamente gratuito: i proventi della vendita del libro, infatti, finanzieranno le attività del "Girotondo", un centro comunale romano che ospita bimbi da 0 a 3 anni provenienti da situazioni difficili, accolti ed accuditi presso questa casa famiglia, in un ambiente sereno e accogliente, in attesa di poter tornare da mamma o papà, o di trovare dei genitori affidatari od adottivi. Il progetto editoriale che ha portato alla realizzazione del libro nasce dal desiderio di attrezzare gli spazi all'aperto del Girotondo con strutture idonee, di acquistare materiali sensoriali ed organizzare tante attività creative (musica, lettura,teatro)... tutto ciò che, con il vostro contributo, farà star meglio i piccoli ospiti del centro. Cliccate qui per saperne di più e per scoprire come acquistarlo, magari come regalo di Natale per i vostri figli o nipotini, contribuendo alla raccolta fondi per ampliare e migliorare i servizi destinati ai piccoli ospiti del "Girotondo"!
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Il dialogo della speranza La speranza del dialogo
Un liceo romano difronte al conflitto israelo-palestinese
di Isabella Marinaro
prefazione di Walter Veltroni
(ed. com nuovi tempi, 2004, pp. 127, € 13,00)
Un libro che racconta un progetto di educazione alla Pace realizzato da un liceo romano, con uno scambio tra studenti italiani e coetanei israeliani e palestinesi. Un testo utile ad abbattere pericolosi stereotipi antisemiti e islamofobici, ed al tempo stesso un esempio concreto di "diplomazia dal basso" che dimostra, ancora una volta, che la Pace è possibile. Clicca qui per leggere altri dettagli.
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"Di fronte al fatto che la storia del nostro esercito è
tutta intessuta di offese alle Patrie degli altri, dovrete chiarirci se in
quei casi i soldati dovevano obbedire o obiettare quel che dettava la loro
coscienza. E poi dovrete spiegarci chi difese più la Patria e l'onore della
Patria: quelli che obiettarono o quelli che obbedendo resero odiosa la
nostra Patria a tutti il mondo civile? Basta con i discorsi altisonanti e
generici. Scendete nel pratico. Diteci esattamente cosa avete insegnato ai
soldati. L'obbedienza ad ogni costo? E se l'ordine era il bombardamento dei
civili, un'azione di rappresaglia su un villaggio inerme, l'esecuzione
sommaria dei partigiani, l'uso delle armi atomiche, batteriologiche,
chimiche, la tortura, l'esecuzione di ostaggi, le decimazioni, una guerra di
evidente aggressione, l'ordine di un ufficiale ribelle al popolo sovrano, la
repressione di manifestazioni popolari? Eppure queste cose e molte altre sono il pane quotidiano di ogni guerra".
(Lorenzo Milani - dalla "lettera ai cappellani militari", febbraio 1965)
"A Norimberga e Gerusalemme sono stati condannati uomini che avevano
obbedito. L'Umanità intera oggi consente che essi non dovevano obbedire
perchè c'è una legge non scritta nei codici ma nel loro cuore. Una gran parte
dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della
Coscienza. Quelli che non credono né all'una né all'altra non sono che
un'infima minoranza malata. Sono i culturi dell'obbedienza cieca [...]
Bisogna avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani,
per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle
tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né
davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di
tutto. A questo patto l'umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un
progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico [...]
E' noto che l'unica "difesa" possibile in una guerra futura sarà di sparare circa 20 minuti prima dell'"aggressore". Ma in lingua italiana lo sparare prima si chiama aggressione e non difesa. Oppure immaginiamo uno Stato onestissimo che per sua "difesa" spari 20 minuti dopo. Cioè che sparino i suoi sommergibili unici superstiti d'un paese ormai cancellato dalla geografia. Ma in lingua italiana questo si chiama vendetta e non difesa [...]
Allora la guerra difensiva non esiste più. Allora non esiste più una "guerra giusta" né per la Chiesa né per la Costituzione. A più riprese gli scienziati ci hanno avvertiti che è in gioco la sopravvivenza della specie umana. E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana?
Spero di tutto cuore che mi assolverete, non mi diverte l'idea di andare a
fare l'eroe in prigione, ma non posso fare a meno di dichiararvi
esplicitamente che seguiterò ad insegnare ai miei ragazzi quel che ho
insegnato fino ad ora. Cioè che se un ufficiale darà loro ordini da
paranoico, hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una
casa di cura. Spero che in tutto il mondo i miei colleghi, preti d'ogni religione e
maestri d'ogni scuola, insegneranno come me. Poi forse qualche generale
troverà ugualmente il meschino che obbedisce, e così non riusciremo a
salvare l'umanità. Non è un motivo per non fare fino in fondo il nostro
dovere di maestri. Se non potremo salvare l'umanità ci salveremo almeno l'anima."
(Lorenzo Milani - dalla "lettera ai giudici", 18 ottobre 1965)
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"Bisogna inventare nuove forme di obiezione di coscienza. Obiezione contro tutto ciò che divide, che discrimina, che rompe l’unità della società umana. Obiezione di coscienza non vuol dire solo fare opposizione. Vuol dire disobbedire alla legge ingiusta. Fare obiezione alla legge contro gli immigrati vuol dire accogliere gli immigrati, ospitarli senza chiedere le impronte digitali, senza denunciarli alla polizia, farli lavorare anche senza contratto di soggiorno [...] Occorre obiettare a tutte le leggi segregazioniste. Ad esempio, quelle che rovesciassero la grande conquista dell’integrazione nella scuola e ristabilissero le classi differenziali, volessero fare una scuola delle eccellenze e delle élites. Ma anche obiezione di coscienza a tutte le pratiche che rialzassero gli steccati tra universo maschile e femminile. E ancora, obiezione di coscienza al ripristino di ogni discriminazione religiosa [...]"
(Da "Un nuovo pacifismo" di Raniero La Valle, "la rivista del manifesto" n.29, giugno 2002)
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PERCHE' OBIETTORI, PERCHE' QUESTE PAGINE
Essere obiettori di coscienza al militare non vuol dire solo aver scelto, ai tempi in cui si era chiamati ad assolvere gli obblighi di leva, il servizio civile al posto della leva armata: significa infatti compiere una scelta politica e culturale molto più importante e generale, che resta quanto mai cruciale ed attuale anche dopo l'abolizione del servizio di leva, e soprattutto esercitabile in tutti gli ambiti della vita di un cittadino, cioè rifiutare la cultura e l'impostazione militare in ogni loro forma, ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali o delle situazioni di crisi di qualsiasi tipo, e lottare per superare le ingiustizie e gli squilibri della società e del mondo contemporanei.
La scommessa dell'obiettore di coscienza passa quindi attraverso:
una continua mobilitazione contro la guerra e contro tutto il sistema che vive di essa, contro cioè chi promuove l'uso dello strumento militare per questioni di petrolio e di potere mascherate da missioni umanitarie o da interventi di polizia internazionale, ma anche contro le industrie che fabbricano armi, contro le multinazionali che le commerciano, contro le banche che ne finanziano il traffico, contro uno Stato che non smette mai di aumentare gli stanziamenti militari tagliando nel contempo le spese per l'istruzione, i servizi sociali, la sanità, l'occupazione, lo sviluppo e la ricerca scientifica, la salvaguardia dell'ambiente, e tutto ciò che veramente significa difendere la Patria e contribuire alla crescita del Paese;
l'impegno per costruire un mondo più equo e giusto, sostenendo modelli di sviluppo alternativi ai meccanismi della globalizzazione neoliberista, che fondano il benessere di una piccola parte del pianeta sulla miseria e sullo sfruttamento dei quattro quinti della popolazione mondiale, sulla distruzione dell'ecosistema, sulla legge del profitto anteposta anche ai più elementari diritti umani;
uno stile di vita critico e consapevole rispetto alle scelte che quotidianamente si fanno come cittadini, come contribuenti e come consumatori, e rispetto ai valori che si portano avanti nella propria vita di relazione con gli altri, tanto sul lavoro quanto nel tempo libero.
Gli strumenti e le forme con cui si può obiettare sono quindi molteplici e coivolgono tutti i possibili campi di azione: dall'obiezione fiscale alle spese militari (con cui si nega allo Stato quella parte di tasse destinate ad incrementare gli investimenti militari e la si devolve a scopi sociali), al boicottaggio commerciale (con cui ci si rifiuta di acquistare i prodotti delle multinazionali responsabili di violazioni dei diritti umani o di distruzioni dell'ecosistema), al consumo critico (con cui si privilegia al contrario l'acquisto di prodotti realizzati rispettando l'uomo e l'ambiente, come quelli dell'agricoltura biologica, ponendosi nel contempo il problema della riduzione dei consumi e del riciclo delle risorse), al commercio equo e solidale (con cui si acquistano prodotti importati da cooperative che agiscono direttamente nei paesi in via di sviluppo, rispettando i diritti umani e sindacali, pagando un prezzo equo e dando sostegno all'economia locale), alla finanza etica (con cui si sceglie di depositare i propri risparmi in banche che non finanziano il commercio di armamenti e investono invece in progetti sociali e nonprofit), al servizio civile (con cui si sceglie di dedicare un anno della propria vita allo Stato venendo impiegati in attività socialmente utili), al turismo responsabile (un modo diverso di viaggiare, non distruttivo per l'ambiente e in grado di aiutare l'economia dei paesi nel Sud del mondo), all'adozione di tutti i possibili comportamenti a prova di rispetto dell'ecosistema (come l'utilizzo razionale dell'energia evitandone sprechi e dispersioni, e privilegiando quando possibile fonti pulite o di scarso impatto ambientale, o la raccolta differenziata dei rifiuti), e gli esempi sono ancora tantissimi. Non va nel contempo perso di vista l'aspetto culturale, cioè una seria educazione alla Pace e alla mondialità, che ponga le basi per una coscienza collettiva fondata sull'idea della risoluzione nonviolenta dei conflitti e dell'accoglienza solidale tra i popoli, garantendo in particolare una vita dignitosa nel nostro Paese, e il rispetto della propria identità culturale e religiosa, a chi è stato costretto a fuggire dalla propria terra a causa della miseria o della persecuzione politica. Non meno importante è il contribuire a fare memoria e chiedere giustizia e verità sulla storia recente del nostro Paese: da piazza Fontana in poi, passando per Ustica e per la morte di Ilaria Alpi, sono trent'anni di stragi e misteri di Stato su cui i nostri vertici militari hanno più di qualche responsabilità e di qualche segreto nascosto, e su cui la società civile deve pretendere che sia fatta definitivamente luce.
Come si vede, quindi, l'obiezione di coscienza al militare non si esaurisce con la scelta di aver svolto il servizio civile in alternativa a quello militare, ma include tanti aspetti (molti dei quali di applicazione quotidiana) non meno importanti, culturalmente non meno rivoluzionari e politicamente non meno incisivi. Sarebbe del resto un controsenso se un convincimento così serio e profondo, come quello che porta al rifiuto delle armi e all'impegno per la difesa dei diritti umani, si esaurisse in una scelta che riguardava solo pochi mesi di vita, e sarebbe stata ben incompleta una obiezione di coscienza che a suo tempo avesse riguardato solo la popolazione sottoposta agli obblighi di leva, quella maschile, escludendo il contributo femminile o limitandolo alla possibilita' - per quanto importante - del servizio civile volontario: è invece ora di dare al termine obiezione di coscienza il significato più largo e generale che merita, ed è in particolare quantomai opportuno parlare tanto di obiettori quanto di obiettrici al militare!
Questo sito vuole offire sia un supporto di documentazione per una conoscenza lucida e cosciente su quanto avviene nel nostro paese e nel nostro pianeta, sia un vademecum molto pratico circa gli strumenti di azione nonviolenta in cui si può tradurre la scelta dell'obiettore di coscienza: sfogliando le varie sezioni tramite il menu di sinistra troverete quindi informazioni, documenti e links a sostegno di un consapevole rifiuto della logica militare e dell'uso delle armi; materiali di pace, mondialità, antirazzismo e diritti umani; contributi e testimonianze di memoria; segnalazioni su iniziative e campagne in corso. E, naturalmente, ampio spazio dedicato alla testimonianza di chi nel mondo manifesta la propria obiezione di coscienza, a costo di finire in carcere: primi fra tutti, gli israeliani che rifiutano di prestare servizio militare nei Territori occupati, per non rendersi complici dell'assedio e del massacro di cui è vittima la popolazione palestinese. Speriamo che queste pagine costituiscano - insieme a tutte le altre risorse reperibili in rete e nella società civile - uno strumento utile a quanti sentano il bisogno di impegnarsi per una costruttiva opposizione alle situazioni di ingiustizia, sfruttamento e squilibrio che segnano sempre più profondamente la nostra società e il mondo in cui viviamo.
Coordinamento romano Obiettori di Coscienza
Associazione Obiettori Nonviolenti
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sito web a cura di Filippo Thiery con il prezioso contributo di Massimo Paolicelli
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