STORNELLI D'ESILIO

[Intramontabile canto di Pietro Gori, che ne compose il testo quasi certamente tra il 1894 e il 1902, durante il suo esilio politico. Pubblicati per la prima volta nel 1904, in alcune edizioni accompagnati dall'indicazione "da cantarsi sull'aria della canzone toscana La figlia campagnola". Il fatto che Gori abbia sperimentato in prima persona le amarezze dell'esilio e della persecuzione politica, unito alle sue magistrali doti creative, trasmette a questo brano, con grande vigore realistico, tutte le tematiche fondanti dell'anarchismo: il dolore per la miseria e l'ingiustizia, la tensione eroica verso l'emancipazione umana e verso un mondo migliore.]


O profughi d'Italia alla ventura
si va senza rimpianti nč paura.

Nostra patria č il mondo intero
nostra legge č la libertā
ed un pensiero
ed un pensiero
nostra patria č il mondo intero
nostra legge č la libertā
ed un pensiero
ribelle in cor ci sta.

Dei miseri le turbe sollevando
fummo d'ogni nazione messi al bando.

Nostra patria č il mondo intero [...]

Dovunque uno sfruttato si ribelli
noi troveremo schiere di fratelli.

Nostra patria č il mondo intero [...]

Raminghi per le terre e per i mari
per un'Idea lasciamo i nostri cari.

Nostra patria č il mondo intero [...]

Passiam di plebi varie tra i dolori
de la nazione umana precursori.

Nostra patria č il mondo intero [...]

Ma torneranno Italia i tuoi proscritti
ad agitar la falce dei diritti.

Nostra patria č il mondo intero [...]




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