DALLE BELLE CITTA'

[Canto della Resistenza nato nel marzo 1944 alla Cascina Grilla, sull'Appennino ligure-piemontese, tra i partigiani del 5° Distaccamento della III Brigata Garibaldi "Liguria", dei quali diventerà l'inno. Le parole vennero scritte su un pezzo di carta da pacchi, utilizzando come tavolo una grossa pietra che serviva normalmente ai contadini per battervi le castagne, dal comandante del Distaccamento, Emilio Casalini "Cini", supportato dagli altri partigiani, che durante la stesura del testo lo attorniavano suggerendo vocaboli ed argomenti; le note vennero aggiunte da un giovane componente del Distaccamento, Lanfranco, ventenne partigiano già studente di musica, cui venne affidato l'incarico di comporre il motivo durante un servizio di sentinella sul Monte Pracaban. Così ricorda quei giorni l'allora diciottenne Carlo Menech, commissario politico del Distaccamento: "... ad un certo punto avvertiamo la necessità di creare qualcosa che riguardi noi e tutti i giovani della nostra generazione, esaltando la Resistenza in aderenza alla realtà della lotta che conduciamo. Sarà la nostra storia e traccerà le dure vicende della vita partigiana e gli ideali che la sostengono". In breve tempo il canto, "... con la sua originalità del testo e della musica, diventa così la nostra canzone, la canzone del 5° Distaccamento, in cui si potrà riconoscere la storia di tanti altri giovani che, come noi, hanno scelto la montagna e la libertà".
Poche settimane dopo la nascita di questo canto, sulla zona si abbatte il ferro e fuoco della controffensiva nazifascista, ed il Distaccamento viene decimato, come del resto accadde - durante quel tragico biennio di lotta partigiana - a tutte le Brigate Garibaldi, i cui uomini venivano braccati sui monti, uccisi negli scontri a fuoco o fucilati dal plotone d'esecuzione dopo la cattura, o deportati nei campo di sterminio: nel solo rastrellamento del 5-8 aprile 1944 vengono trucidati oltre cento fra civili e partigiani, e viene catturato il comandante Cini, poi fucilato con molti suoi uomini a Voltaggio. Ma la ferocia nazifascista non fermò la Resistenza degli eroici "ribelli della montagna": i pochi sopravvissuti del Distaccamento continuarono a cantare "Dalle belle città", facendone il simbolo della rivincita ed insegnandolo ai nuovi arrivati; il canto venne quindi scelto come inno dalla rinata Divisione "Mingo" tra i partigiani della VI zona "Genova", ed accompagnerà il movimento di liberazione ligure-piemontese fino alla vittoria finale contro l'occupazione nazi-fascista.]


Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì su per l'arida montagna
cercando libertà fra rupe e rupe
contro la schiavitù del suol tradito.

Lasciammo case, scuole ed officine
mutammo in caserme le vecchie cascine
armammo le mani di bombe e mitraglia
temprammo i muscoli e il cuore in battaglia.

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.


Di giustizia è la nostra disciplina
libertà è l'idea che ci avvicina
rosso sangue è il color della bandiera
partigiana è la forte e ardente schiera.

Per le strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate
sentimmo l'ardor della grande riscossa
sentimmo l'amor per la patria nostra.

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.




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