DIRITTI CIVILI
USA, GUERRA ALLA COSTITUZIONE
di Silvia Baraldini

La guerra al terrorismo si è tradotta, negli Stati Uniti, in un violento attacco ai diritti costituzionali. All'ipocrita retorica dei diritti umani si sostituiscono l'istituzione di tribunali speciali, la violazione dei diritti della difesa, la legalizzazione delle discriminazioni razziali. E l'ipotesi del ricorso alla tortura…

Kabul è caduta. I talebani sono in rotta e due mesi dopo la dichiarazione da parte di Bush della "guerra infinita" contro il terrorismo non abbiamo altre certezze. Ma all'interno degli Stati Uniti sono stati attuati dei cambiamenti fondamentali che rappresentano una grave minaccia per i diritti civili dei cittadini e dei residenti del paese e che cambieranno l'essenza del rapporto tra individuo e governo.

IL RITORNO AL MACCARTISMO
Subito dopo l'attacco al Pentagono e alle Torri Gemelle, Bush ha proposto e il Congresso ha approvato una legge che limita severamente i diritti fondamentali garantiti dal Bill of Rights (i primi dieci emendamenti della Costituzione).
Chiamato Usa Patriot Act ("Legge patriottica Usa"), questo decreto permette la detenzione indefinita dei non cittadini (cioè dei residenti che non hanno la cittadinanza statunitense), estende la facoltà del governo di condurre perquisizioni segrete, concede al segretario di Stato e al ministro di Giustizia il potere di definire determinati gruppi organizzazioni terroristiche e di deportare immediatamente i non cittitadini che ne fanno parte. Consente alle varie agenzie di intellligence di accedere ai resoconti finanziari anche senza nessun indizio di attività criminale e permette vaste indagini sui cittadini a scopo di raccogliere informazioni sulle loro attività. La legge consente la sorveglianza di tutte le comunicazioni via internet e il monitoraggio sulla rete di tutti i movimenti di un utente.
In sostanza questa legge elimina i controlli stabiliti dal Congresso nel 1974 sull'Fbi. Controlli che furono decisi quando fu rivelato che l'agenzia aveva spiato oltre 10.000 cittadini. La legge riattiva l'odiato Smith Act, adottato durante il maccartismo, che puniva con il carcere l'appartenenza al Partito comunista o la propaganda comunista. Basta sostituire la parola "terrorismo" alla parola "comunismo".

UN NUOVO REATO: ESSERE ARABI
L'impatto di questi cambiamenti è stato immediato. Le varie forze di polizia hanno arrestato oltre mille persone, ottocento delle quali sono ancora in carcere. Non si conosce la loro identità, dove siano detenute o perché. Si sa soltanto che alcuni sono stati espulsi senza neanche un'udienza di fronte a un giudice. Gli altri languiscono in località segrete. Solo due sono stati accusati di reati.
Recentemente il Centro per lo Studio della Sicurezza Nazionale ha formalmente richiesto al governo federale una lista di questi detenuti e i motivi della loro carcerazione. Il Centro si è mosso non solo per tutelare i loro diritti, ma anche perché questa prassi viola due principi basilari della Costituzione: il divieto di detenzione senza causa probabile e il diritto a essere rappresentati da un avvocato.
Inoltre la mancanza di capi d'accusa rafforza l'idea che queste persone siano state fermate solo in base a racial and ethnic profiling, in altre parole perché arabi. Questa pratica usata comunemente dalle forze dell'ordine contro le minoranze è duramente contestata dalle organizzazioni per la difesa dei diritti civili, perché porta ad arresti ingiustificati, unicamente in base al colore e alla discendenza etnica. La richiesta di eliminare il profiling come strumento d'indagine della polizia è stata al centro delle lotte contro la brutalità delle forze dell'ordine e la lotta contro il terrorismo non può servire da pretesto per formalizzare e legalizzare il suo uso.

TRIBUNALI MILITARI
Forse perché, nonostante tutto questo, le indagini hanno dato pochi risultati concreti, sia Bush che il ministro di Giustizia John Ashford hanno preso altre due misure che violano i diritti garantiti dalla Costituzione. Il Presidente ha firmato un decreto esecutivo che permetterà agli Stati Uniti di processare gli individui sospetti di atti terroristici di fronte a un tribunale militare e il ministro di Giustizia ha annunciato che saranno interrogati i 5.000 uomini tra i diciotto e i trentatré anni entrati nel paese dopo l'inizio del 2000 senza un visto d'immigrazione.

VIOLATI I DIRITTI DEI DETENUTI
Anche alcuni diritti fondamentali dei detenuti federali sono sotto attacco. Il direttore generale degli istituti federali ha avvisato che quanti sono condannati per terrorismo potranno essere posti in isolamento per un anno a sua discrezione. Prima il limite imposto dalla norma era di centoventi giorni e la decisione doveva essere avallata da un giudice. Queste persone perderanno inoltre il diritto ai colloqui con i familiari, alla corrispondenza e alle telefonate.
Ma il cambiamento più pericoloso è il divieto a incontrare il proprio legale senza la presenza di un agente dell'Fbi o di un amministratore della direzione carceraria. Questo provvedimento calpesta il Sesto emendamento della Costituzione che garantisce la riservatezza di ogni comunicazione tra l'imputato e il suo difensore. Quattordici detenuti sono stati posti in isolamento e non si conosce quanti debbano sottomettersi a colloqui con i loro legali con questa supervisione. Le dure proteste dell'ordine degli avvocati sono state zittite con la vaga promessa che il diritto di un imputato sarà tutelato.
Cambia anche l'istituzione della grand jury. Nel diritto anglosassone, una persona non può essere imputata di reato se gli indizi non sono stati prima giudicati sufficienti da una grand jury composta da trentasei cittadini. Le deliberazioni della grand jury sono segrete e non possono essere utilizzate per le indagini. Ogni grand jury è indipendente e non può comunicare a un'altra le informazioni apprese durante le sedute. Ciò dovrebbe proteggere l'individuo da un'ingiusta persecuzione. Ora queste protezioni sono state eliminate e permesse le comunicazioni tra grand juries in località diverse.

LA RISTRUTTURAZIONE DELL'FBI
Questi cambiamenti necessitano anche di riforme strutturali per potere essere attuati. In particolare è all'ordine del giorno la ristrutturazione dell'Fbi. Storicamente deputata a indagare su reati interni al paese, questa forza di polizia si dedicherà quasi esclusivamente alla lotta contro il terrorismo. Per meglio perseguire questo obiettivo i suoi 28.000 agenti dovranno abbandonare la lotta contro il traffico dei stupefacenti, contro lo struttamento dei bambini a fini pornografici, e contro i reati finanziari. Resta da chiarire se il potere dell'Fbi sarà esteso anche a indagini condotte fuori dagli Stati Uniti.
Preoccupante è poi la nomina dell'ex governatore della Pennsylvania¸ Tom Ridge, a capo della nuova agenzia incaricata di assicurare una strategia coordinata contro il terrorismo. Ridge, un supporter della pena di morte, ha firmato 214 ordini di esecuzione e si è dimostrato insensibile alle critiche della comunità afro americana ai suoi tentativi di giustiziare Mumia Abu Jamal. Un atteggiamento più che rilevante viste le preoccupazioni sollevate dall'utilizzazione del profiling nella lotta al terrorismo.

LA TORTURA. PERCHÉ NO?
Tutti questi cambiamenti sono appoggiati dalla grande maggioranza del paese. La paura, la rabbia e l'impotenza di fronte alla sfida del terrorismo hanno portato a riconsiderare pratiche fino ad ora impensabili. Per la prima volta si parla apertamente della necessità di torturare persone sospettate di legami con la rete di Bin Laden. L'uso della tortura è stato proposto da funzionari del ministero di Giustizia per sconfiggere l'omertà dei quattro individui arrestati e accusati di appartenenza ad Al Qaeda. Nessuno di loro ha accettato l'offerta del governo statunitense di una nuova identità in cambio della loro collaborazione.
Questo dibattito sull'uso della tortura ha spinto molti commentatori a stabilire paragoni con le peggiori dittature latinoamericane. Patricia Williams, professore di giurisprudenza alla Columbia University, ha dichiarato che l'uso della tortura non è mai giustificabile in un paese che si considera democratico, aggiungendo ironicamente che adesso tutti i cittadini statunitensi vivranno nelle stesse condizioni imposte alla comunità afro americana.

Emblematico di un clima dove le critiche non sono tollerate è il caso del creatore del fumetto afro americano "Boondocks" ("Le Periferie"), Aaron McGruder, colpevole di aver sottolineato il legame storico tra Bin Laden e l'amministrazione di Bush padre. Immediatamente è scattata la censura, ma l'autore, rifiutando ogni compromesso, ha scelto di comparire su un minor numero di quotidiani.
Non vi è dubbio che le modifiche attuate dal Congresso e dall'esecutivo hanno limitato e in certi casi eliminato dei diritti costituzionali che sono stati il vanto della democrazia Usa. Questi cambiamenti hanno portato alla luce contraddizioni di fondo, hanno eliminato la retorica ipocrita sulla difesa dei diritti umani e hanno dato una forte spinta al consolidarsi di una società dominata dalle forze di polizia.

Silvia Baraldini




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