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"E' tempo di muoversi".
Un appello lanciato sul quotidiano "il manifesto" subito dopo l'arresto di Apo Ocalan.

L' articolo 10 della nostra Costituzione afferma che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". Ocalan e i 15 milioni di kurdi in Turchia, e la popolazione turca non godono dei diritti e delle libertà democratiche. Eppure, il governo italiano non ha applicato l'articolo 10 della Costituzione e non ha concesso asilo a Ocalan, e non lo concede a molti dei kurdi che arrivano nel nostro paese. Anzi, in una nobile gara europea di sottrazione di responsabilità, il presidente del Pkk, che ha chiesto asilo politico all'Italia, è stato costretto a una peregrinazione che non poteva non portare a questo esito: la sua proditoria cattura da parte del governo turco e degli autorevoli sostenitori internazionali che l'hanno favorita. La repressione, la distruzione di migliaia di villaggi, le torture, gli assassini perpetrati dall'esercito e dalla polizia turca, i milioni di kurdi costretti alla fuga e alla condizione di profughi, sono ampiamente documentati e denunciati da tutti gli organismi internazionali e dalle Commissioni d'inchiesta del Parlamento europeo. Che però non sembrano aver scalfito i rispettivi governi. Come nel vuoto sono cadute le dichiarazioni di Abdullah Ocalan di volere la pace e di voler negoziare con il governo turco l'autonomia e i diritti per il popolo kurdo nel rispetto dei confini della Repubblica Turca. Il governo turco risponde con bombardamenti e repressione. Il parlamento e i governi europei avevano assicurato di volersi impegnare per l'apertura di una Conferenza internazionale per la soluzione del problema kurdo in Turchia. Ma fino ad ora nulla è stato fatto. E l'Italia deve decidere sulla domanda di asilo politico per Ocalan. Non si può permettere al governo turco di continuare a violare i più elementari diritti umani. E' tempo che il popolo kurdo goda della libertà e del diritto ad una esistenza dignitosa. E' tempo di mobilitarsi perché si ponga fine alla guerra. Troviamo il giorno giusto. Troviamolo presto.

Padre Nicola Di Giandomenico, Dario Fo, Pietro Ingrao, Mario Martone, Danielle Mitterrand, Luisa Morgantini, Tonino Perna, Franca Rame, Marco Revelli, Rossana Rossanda, Antonio Tabucchi.
Le sottoscrizioni all'appello vanno inviate a "il manifesto" per fax (06-68719573) o per e-mail lettere@ilmanifesto.mir.it




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