Quelle che seguono sono le pagine del diario di Muna Hamzeh-Muhaisen, una donna che vive nel campo profughi di Dheisheh in Palestina.

Caro Diario,

Andate via! Basta! Lasciateci soli! Cessate il vostro bombardamento... è sufficiente. Per quanti secondi, minuti, ore, giorni, notti, e settimane dobbiamo ancora sopportare i vostri fucili, i vostri elicotteri, i vostri carri armati, i vostri gas lacrimogeni, le vostre pallottole???? Quante persone dovete ancora uccidere con il pretesto di "difendere la vostra sicurezza"? E la nostra sicurezza? Chi proteggerà noi dalla vostra strage... chi?

Nessuno, sembra. Assolutamente nessuno. Non la comunità internazionale, certamente non gli Stati Uniti, e di sicuro non i leaders Arabi.

Notate disperazione nella mia voce? Lo fate?

Che cosa vi aspettate? Sono stanca di sentirmi come se dovessi vomitare, stanca dei mal di testa, stanca di piangere quando i miei amici e vicini parlano dei loro dolori, stanca di essere sempre così maledettamente stanca... stanca di sentirmi così impotente.

È a causa di quei dannati elicotteri che volavano lentamente sulle nostre teste l'altro giorno, che io mi sento in questo stato da due giorni. Stavano bombardando Beit Jala, Beit Sahour e il campo rifugiati di Aida, e stavano volando così bassi... e poi è arrivato il rumore delle esplosioni. Erano le 21 quando mi sono svegliata al rumore del bombardamento? Mi sono svegliata troppo rapidamente per capire? Non ricordo più niente.

Nel momento in cui mi sono distesa nel letto, cercando di non pensare al terribile dolore che sentivo alle ginocchia, ho capito quanto terrorizzata fossi. Il mio cuore batteva come se stessi correndo un maratona... era come se l'elicottero fosse nella stanza con me.....e mi sentivo come se stessi giocando alla Roulette Russa.....qual'è il loro prossimo bersaglio? Dheisheh sarà nella loro lista stasera? Saranno bombardate le nostre case? Dovrei alzarmi dal letto e cercare rifugio da qualche parte? Dove?

Non riuscivo a pensare ad un posto sicuro nella casa. Forse rimanere in piedi vicino a quei due scaffali della libreria nello studio poteva essere un buon posto. Senza finestre vicino, le bombe forse non mi avrebbero trovata. O avrei dovuto nascondermi sotto il letto???

Pensieri stupidi. Solo i bambini si nascondono sotto i letti, e come un bambino durante la guerra del 1967, mi sono nascosta sotto il letto. Sono troppo vecchia per questo adesso... e siamo già passati attraverso troppe guerre. Basta....basta mondo. Perché non intervenite e la finite... finite l'occupazione, questo è tutto ciò che va fatto... finite la spaventosa occupazione che non ci lascerà soli....che ci segue dappertutto più da vicino che le nostre stesse ombre, inesorabilmente affollati nel nostro piccolo spazio......e che ci uccide.

10 Palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dell'esercito Israeliano quest'ultimo venerdì, poi cinque sono stati uccisi sabato, poi quattro domenica, e non mi ricordo quanti lunedì, ed il numero di oggi è 3. Sono solo le 22..... la notte, come dicono, è ancora giovane. Se vivi sotto l'occupazione in Palestina, significa che tutto può succedere.

Oggi può essere l'ultimissimo giorno delle nostre vite. Questo è un pensiero persistente nella mente di tutti. Pensiamo alla morte, al morire, al non essere vivi, all'essere uccisi, al cessare di esistere.....e pensiamo a questo tutto il tempo.

Ieri pomeriggio, sono andata con alcuni giornalisti svedesi a Beit Jala per vedere le case che i carri armati israeliani hanno bombardato la notte prima. Quando stavamo per la strada ed è cominciato a piovere, Mia mi ha detto di proteggermi dalla pioggia. Io stupidamente ho rifiutato e le ho risposto: è bello sentire la pioggia sulla mia faccia. Questa può essere l'ultima volta che sto sotto la pioggia.

Tutto quello che facciamo ogni giorno è come se lo facessimo per l'ultima volta. E' il gioco della roulette russa, ve l'ho detto!!!! Sapete come si gioca, o volete che ve lo faccia vedere? Rispondetemi.....volete che ve lo faccia vedere?

E' veramente facile. Oh sì! Così facile. Chiedetelo ai fratelli Nazzal di 3 e2 anni a Beit Jala, e loro vi diranno come si gioca. Loro vi diranno come stavano giocando con i loro giocattoli nella loro cameretta ed un minuto dopo la stanza è stata distrutta da una bomba israeliana. La bomba è arrivata dritta nella cameretta ed è esplosa. Proprio così. Ma i fratelli Nazzal hanno una mamma sveglia che è abbastanza brava al gioco della roulette russa. Istintivamente, lei li ha portati fuori dalla stanza un istante prima che la bomba entrasse esplodendo.

La stampa straniera è scesa a Beit Jala come i bambini scendono a.... oh, come si chiama? Perchè non posso più ricordare le cose? Sto parlando di quel posto in California...... come si chiama? Oh, adesso mi viene... Disney Land. La stampa è venuta numerosa a Beit Jala proprio come i bambini vanno a Disney Land. Hanno sbattuto le loro macchine fotografiche, i loro microfoni, i loro block notes sulle facce di tutte ed hanno chiesto: gli israeliani dicono di aver bombardato Beit Jala perché dei palestinesi armati hanno sparato verso Gilo Settlement sulla collina dalle case di Beit Jala. Come reagite?

Ci scusi... lo dica di nuovo. Ce lo chieda di nuovo. Qual'era la vostra domanda?

Quanti civili israeliani sono stati uccisi dall'inizio dell'Intifada al-Aqsa? Quanti civili israeliani sono stati feriti? Quante case israeliane sono state bombardate? Quanti civili israeliani sono stati attaccati da missili, razzi, bombe, pallottole palestinesi?

Quanti? Rispondetemi, voi persone obiettive...
voi ragazzi così interessati a nascondere "entrambe le parti" della storia. Per quello che siamo per voi, un'altra nuova notizia.... oggi qui, domani finita.

Siamo arabi senza età, senza volto e senza nome che sono bersaglio facile.....come le gazzelle durante la stagione di caccia. Oh, ragazzo! E' di nuovo quella stagione dell'anno? Ma il mondo non si scuote per la nostra morte. Nessun terremoto, nessun accordo per boicottare Israele....a chi interessa?

Oh cara me. Sto facendo davvero la stupida. A chi interessa se gli israeliani bombardano al massacro noi palestinesi negri. Ce lo meritiamo? non è vero? Questo, dopo tutto, è quello che succede a chi cerca la libertà e l'indipendenza.....qualcuno deve intervenire e far sbattere i loro nasi per terra, fategli vedere chi comanda......

Il problema è che noi ci rifiutiamo di morire. Anche nella nostra morte, noi siamo ancora vivi. Mohammed e Rufaida e Mustafa e Mahmoud, e le altre migliaia che sono morti per la causa della Palestina negli ultimi 52 anni, tutti vivono ancora.......loro vivono nei cuori e nelle menti dei loro bambini, dei loro nipoti e dei loro pronipoti........loro vivono nell'aria,  nella terra, sugli alberi, nel cielo, nelle nuvole.......e sempre nei nostri cuori e menti.

Scrivete dita mie, scrivete. Pensa cervello mio, pensa. Soffri cuore mio, soffri. Vomita stomaco mio, vomita. Fremi testa mia, fremi. E abituati a questo. Questo è solo l'inizio di altri giorni e altre settimane a venire. Non sono ancora del tutto soddisfatti con noi.

Vi ho appena imbrogliato. Non posso continuare ad allungare le orecchie per sentire il rumore degli elicotteri e mi sono stancata di correre alla finestra ogni volta che sento il rumore. Allora mi sono messa le cuffie ed ho ascoltato della musica allegra molto forte......oh, ciao musica allegra! E' durato molto tempo. Mi siete mancati. Voi che assomigliate alla normalità che io non conosco più. Voi che assomigliate a quello che dovrebbe essere la vita normale ma che non è più.

Sono riuscita ad ascoltare solo qualche canzone, prima che mio marito mi battesse sulla spalla. Io ho tolto una cuffia dall'orecchio per sentire cosa avesse da dirmi. Stanno bombardando al-Bireh, vicino Ramallah proprio adesso.

Ed io avevo pensato che volesse chiedermi se volevo andare a cena fuori, o uscire a fare una passeggiata ed annusare le rose, o trovare un film notturno.......o andare ad ascoltare un po' di jazz!!!

Ops! Scusate l'errore. Per un momento ho dimenticato di essere in Palestina. Non facciamo questo genere di cose stupide qui. Piuttosto, aspettiamo di vedere se moriremo. Questo è il tipo di cose serie in cui siamo dentro. Bombardare, sparare, altri nomi dei morti...qualcuno che adesso ha 22 anni, poi qualcuno che ne ha 12. adesso un essere umano di Gaza, e poi un essere umano di Tulkarem. Conta, Muna....conta sempre. Conta, così non dimentichi come sommare i numeri. Presto potresti non sapere quanto fa uno più uno.........

Conta e vomita.....vomita e conta. Perdi peso, va bene così. Perdi anche la testa, se ce la fai....è soltanto l'inizio. Non ne hanno ancora uccisi abbastanza di noi. Il sangue dei morti e dei feriti non ha ancora riempito la piscina di qualcuno. Non ancora!

Domani è un altro giorno. Ci sveglieremo o no? Vivremo o no? Perderemo un occhio, un braccio, un rene? Saremo tra i sopravvissuti? Vivremo per raccontarlo?

E se ci riusciremo, qualcuno ci ascolterà........lo faranno?

Ciao.....siete lì? E' la Palestina che chiama. P-A-L-E-S-T-I-N-A
voi là fuori.

Muna Hamzeh-Muhaisen
Dheisheh Refugee Camp
Palestina
Martedì, 24 ottobre 2000

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